Milano, 9 marzo 2009 – A 50 anni dalla pillola anticoncezionale, 40 dal ’68 e 30 dalla legge 194, le italiane sono ancora in bilico fra professione, casa e diritti da rincorrere. Un libro con le voci di 20 protagoniste d’oggi
Costituiscono il 70% della forza lavoro nei servizi (istruzione, sanità, assistenza sociale) e solo il 25% dell’industria: in tempi di grave crisi economica le italiane, che operano in settori per ora più garantiti, rappresentano spesso la sola garanzia di stipendio in famiglia. Negli USA l´82% dei posti persi finora riguarda i maschi e presto la maggioranza della manodopera sarà femminile. Questo anche se il precariato colpisce più le donne (il Italia il 19% dell’occupazione femminile contro l’11% dei maschi) e, a parità di qualifica, guadagnano mediamente il 16% in meno. “La recessione sta invertendo i ruoli nella famiglia tradizionale – spiega la prof.ssa Alessandra Graziottin, che ha curato prefazione e approfondimenti del libro “Acrobate – a 50 anni dalla pillola anticoncezionale, 40 dalla rivoluzione sessuale e 30 dalla legge 194 – 20 ritratti di donne, in bilico fra la voglia di volare e il frigo da riempire”, presentato oggi al Circolo della Stampa a Milano – : oggi purtroppo spesso il marito resta a casa in cassa integrazione mentre la donna – insegnante, infermiera, impiegata alle poste – esce ogni mattina per andare al lavoro. Deve gestire comunque l’economia domestica, far quadrare i conti e il suo tempo libero si riduce sempre di più: le italiane sono in assoluto le europee che dedicano più energie al lavoro familiare (5 ore e 20’), mentre gli uomini del nostro Paese sono esattamente all’ultimo posto con 1 ora e 35’. Ma l’emergenza, paradossalmente, aumenta la spinta inconscia alla riproduzione: ecco perché è proprio in questi periodi che si assiste ad un incremento delle gravidanze indesiderate, per una sorta di atavico istinto alla conservazione della specie”. Situazione difficile per le donne ai giorni nostri, che si trovano a gestire un complesso equilibrio fra vecchi e nuovi ruoli. Sempre più su un filo, con il rischio di riprodurre modelli maschili. “L’indipendenza di pensiero ed economica rappresenta, con l’autostima, la strada per la reale libertà femminile – commenta la prof.ssa Chiara Micheletti, psicoterapeuta e docente alla Bocconi di Milano, una delle protagoniste del libro -. Ma le donne devono imparare a vivere le loro emozioni senza averne paura perché altrimenti rischiano di riprodurre il modello maschile che amiamo meno. La vera opportunità per una ragazza oggi è capire che rapportarsi in termini aggressivi o supponenti all’uomo non ha mai funzionato e non funzionerà mai. Questo atteggiamento compromette la serenità, la stima reciproca, la condivisione e la progettualità, e rappresenta inoltre una grandissima perdita energetica. Il maschio non è un nemico da combattere”.“Acrobate”, a cura di Mauro Boldrini, Sabrina Smerrieri, Francesca Goffi, Intermedia editore, 165 pagine, è in vendita nelle librerie al prezzo di 12 euro. Il ricavato è destinato a progetti di sensibilizzazione per le donne immigrate.
Il tema dell’equilibrio tra vita familiare e realizzazione professionale, tra nuovi della coppia, trova ampio spazio nel libro, promosso dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO): altri importanti spunti – affrontati in gran parte in chiave personale – riguardano la legge 194, la maternità oggi, le differenze fra culture e religioni, le nuove famiglie, l’influenza della Chiesa nella vita civile, le donne in politica, la violenza. Le testimonianze sono quella delle attrici Monica Bellucci, Nancy Brilli, Margherita Buy, Lucrezia Lante Della Rovere, della responsabile del Welfare del CENSIS Concetta Vaccaro, della scrittrice Elena Gianini Belotti, delle giornaliste Cipriana Dall’Orto, Ilaria D’Amico ed Emanuela Falcetti, del direttore d’orchestra Nicoletta Conti, dell’imprenditrice Federica Olivares, della sessuologa Jole Baldaro Verde, delle docenti universitarie Chiara Micheletti, Alda Maria Scopesi, Lucia Parisio Visconti, delle ginecologhe Silvia Maffei e Valeria Dubini e delle campionesse olimpiche Diana Bianchedi, Federica Pellegrini e Josefa Idem. “In un bilancio fra la situazione attuale e quella di trenta o quarant’anni fa senza dubbio abbiamo compiuto enormi progressi – conclude la professoressa Graziottin -. Le donne di oggi sono più libere, consapevoli, indipendenti anche economicamente. E, in questa situazione di crisi – la più pesante e preoccupante da decenni a questa parte per tutto il mondo occidentale – sono investite di nuove responsabilità, proprio come durante una guerra. Su di loro si reggono gran parte degli equilibri, non solo domestici, ma anche sociali. Eppure, se il frigorifero è vuoto la colpa è ancora nostra! La vera sfida ora è portare a compimento la “rivoluzione” di genere perché si arrivi davvero alla parità, nella vita pubblica e in famiglia, con due identità forti, femminile e maschile, ben differenziate, felici di essere se stesse, duttili e capaci di amare. Complementari quando serve e simmetriche dove merita”.