Assegnato al prof. Conte il Premio Jacquillat per le ricerche sul carcinoma mammario
Parigi, 7 febbraio 2007 – Fare il punto sulle nuove terapie a bersaglio molecolare contro i tumori più frequenti e definire le corrette modalità per integrare il lavoro di clinici, patologi e biologi. Sono questi gli obiettivi del XVIII International Congress on Anti Cancer Treatment (ICACT) in corso a Parigi dal 6 al 9 febbraio, uno dei più importanti appuntamenti del settore ed un’occasione per approfondire i più recenti progressi in campo diagnostico e terapeutico contro una malattia che ogni anno fa registrare nel mondo più di un milione di nuovi casi. La sessione presidenziale del Congresso vede inoltre protagonista l’Italia: al prof. Pier Franco Conte, direttore del dipartimento di Oncologia ed Ematologia del Policlinico di Modena, viene assegnato il Premio internazionale Claude Jacquillat sul carcinoma mammario, considerato uno dei più prestigiosi riconoscimenti in campo oncologico. È la prima volta che il premio, che vanta un palmares di assoluto rilievo, viene conferito ad uno scienziato del nostro Paese.
“Dal Congresso – spiega il prof. Conte – emerge con evidenza come la terapia personalizzata sia il punto di partenza per progredire nella lotta contro il cancro. Non più quindi la stessa terapia per tutte le persone colpite dallo stesso tipo di patologia neoplastica ma trattamenti diversificati in base alle caratteristiche molecolari di ogni caso. E perché questo approccio sia produttivo, alle nuove terapie a bersaglio molecolare si deve accompagnare un ‘cambio di mentalità’. Non sono più sufficienti le nuove molecole, ma è indispensabile un’integrazione sempre più stretta tra il lavoro dei clinici, dei patologi e dei biologi molecolari, cioè tra chi si occupa della diagnosi e chi invece della terapia. Solo caratterizzando il tumore dal punto di vista molecolare è possibile diversificare e personalizzare la terapia. Si possono già avvertire dei cambiamenti in atto dal punto di vista culturale e organizzativo: ma il vero ‘salto di qualità’ si avrà solo con l’avvio di percorsi diagnostico-terapeutici condivisi in gruppi interdisciplinari che includano anche patologi e biologi per la definizione delle terapie”.
Il conferimento del Premio Jaquillat al prof. Conte rientra infatti in questa linea di sviluppo della ricerca contro il cancro. In particolare i suoi studi hanno contribuito ad un decisivo miglioramento nella cura del carcinoma mammario operabile. “L’utilizzo della terapia preoperatoria – continua il prof. Conte – consente di definire le caratteristiche del tumore e in che modo i vari tipi di terapia influiscano sulla neoplasia ancora presente a livello mammario. Acquisendo informazioni importanti sull’interazione tra il trattamento e le caratteristiche biologiche del tumore, e definendo meglio quale approccio terapeutico vada attuato. I vantaggi sono evidenti: non si parla più di riduzione del rischio riferita alla popolazione in generale ma si mette in atto una terapia il cui effetto può essere misurato direttamente sul singolo malato”. Senza dimenticare che, grazie alla riduzione delle dimensioni della neoplasia, su molte donne è stato possibile intervenire con la chirurgia conservativa. Le prospettive future? “Stiamo conducendo – conclude il prof. Conte – una serie di ricerche per trattare donne con carcinoma mammario operabile prima dell’intervento chirurgico con una terapia in grado di prevenire lo sviluppo di metastasi. Dopo la biopsia vengono studiate le caratteristiche biologiche del tumore, si attua un trattamento diversificato in base ad esse, infine si interviene chirurgicamente. Anche in questo caso sviluppando terapie personalizzate dettate dalle caratteristiche peculiari di ogni tumore”.