Negli ultimi 40 anni decessi aumentati del 163%. L’OMS mette in guardia
da un’epidemia sempre più ‘rosa’: le malate potrebbero raddoppiare da qui al 2015
Roma, 18 novembre 2003 – E’ al 4° posto tra le malattie più letali nei Paesi occidentali, l’unica per la quale l’aspettativa di vita si è ridotta negli ultimi 40 anni: mentre dal ’65 ad oggi i decessi per coronaropatie sono diminuiti del 59%, per l’infarto del 64%, per le altre malattie cardiovascolari del 35% e per i tumori del 7%, le morti per Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) – grave malattia provocata spesso dal fumo, identificata anche come enfisema e bronchite cronica – sono invece aumentate addirittura del 163%. E’ una delle maggiori cause di insufficienza respiratori tanto che nel 2000 la BPCO ha causato nel mondo 2.700.000 decessi, di cui 15.000 solo in Italia. Troppe vittime che passano inosservate, tanto che il popolare quotidiano americano Usa Today, il 19 maggio scorso, ha pubblicato in copertina i dati dell’emergenza e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha indetto per il 19 novembre la Giornata mondiale della BPCO, giunta quest’anno alla seconda edizione. L’evento internazionale è organizzato dalla Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease (GOLD), task force mondiale di pneumologi, operatori sanitari e associazioni di pazienti promossa dall’OMS al fine di sensibilizzare medici, cittadini e istituzioni sanitarie di tutto il mondo.
“Senza queste campagne d’informazione e interventi radicali di stop al fumo – afferma il prof. Leonardo Fabbri, direttore della clinica malattie respiratorie dell’Università di Modena e Reggio Emilia, unico italiano tra i 10 esperti del comitato scientifico internazionale di GOLD – la diffusione della BPCO diventerà inarrestabile. Secondo le stime appena pubblicate, condotte in collaborazione con l’OMS, entro il 2015 la prevalenza della BPCO nei maschi è destinata ad aumentare del 50% e nelle femmine segnerà addirittura un +130%”. E questo non solo perché le donne fumano sempre di più. “Sembra infatti – spiega il prof. Fabbri – che a parità di sigarette fumate, le donne corrano un rischio maggiore degli uomini di ammalarsi, in particolare vengono generalmente colpite da forme precoci e più gravi di BPCO”.
E proprio quest’anno, per la prima volta nella storia di questa insidiosa patologia polmonare, tradizionalmente appannaggio degli uomini, negli Stati Uniti il numero di decessi è risultato maggiore nelle donne. “In Italia non abbiamo ancora dati come quelli americani – precisa Fabbri – ma è ormai una certezza che la BPCO colpisca in primo luogo il sesso femminile”.
La BPCO colpisce oggi 600 milioni di persone, 4 milioni in Italia, generalmente al di sopra dei 40 anni, dopo 20-25 anni di 20 sigarette al giorno, con pesanti ripercussioni su tutti i sistemi sanitari, ma in particolar modo in Italia dove il progressivo aumento della popolazione anziana e le difficoltà a gettare il pacchetto pongono la BPCO come una delle priorità sanitarie maggiori. “I costi sanitari – sottolinea il prof. Fabbri – sono soprattutto dovuti ai ricoveri per le riacutizzazioni, a terapie piuttosto complesse, che comprendono, nei casi più gravi, l’ossigeno terapia a lungo termine, la ventilazione meccanica e le terapie riabilitative. In media lo Stato spende per ogni paziente circa 1.300 euro l’anno, che però aumentano anche di parecchie volte nel paziente con BPCO grave. A tutto ciò si devono poi sommare le giornate di lavoro perse. La BPCO ha ripercussioni pesanti sulla qualità di vita: affaticamento, dispnea, disturbi del sonno, calo di peso, ansia, depressione, riacutizzazioni infettive frequenti compromettono il ruolo sociale e professionale del malato”.
Come difendersi da questo misconosciuto e sottostimato killer dei polmoni? “Il primo provvedimento – conclude il prof. Fabbri – è smettere di fumare: è l’unico modo per intervenire sulla malattia, prevenirla, contrastarne l’evoluzione, ridurre i sintomi e migliorare le condizioni di vita del paziente. E’ importante ricordare che il fumo passivo riduce l’efficacia delle eventuali cura soprattutto nei casi in cui siano i bambini nei primi anni di vita a respirarlo”.
Lo slogan per il World COPD Day 2003 è il seguente: “E se fosse BPCO?”, ed ha “lo scopo – spiega il dott. Lorenzo Corbetta, delegato Nazionale GOLD – di sensibilizzare i pazienti e la classe medica sull’opportunità di diagnosticare precocemente la malattia, attraverso la valorizzazione di sintomi apparentemente banali per un fumatore come la tosse con catarro e l’affanno. Questo evento darà l’avvio ad una serie di iniziative che si svolgeranno nel corso dell’anno in collaborazione con le Associazioni dei pazienti, che prevedono, oltre all’opera di sensibilizzazione sulla BPCO con materiale educazionale e spot televisivi, anche la divulgazione delle linee guida per la diagnosi e la terapia di questa malattia, la distribuzione di materiale informativo e la realizzazione di corsi di formazione per operatori sanitari nell’ambito dell’educazione continua in Medicina (ECM). Un’altra interessante iniziativa realizzata grazie all’impegno della dott. Mariadelaide Franchi, Presidente dell’Associazione Italiana Pazienti BPCO, è il Convegno dal titolo “Conoscere-riconoscere la BPCO che si svolgerà il 19 novembre 2003 presso l’Hotel Nazionale in Piazza Montecitorioa a Roma. Le informazioni sulla BPCO e sul WCD 2003 e le risorse per la divulgazione sono disponibili nel sito www.goldcopd.it e www.pazientibpco.it