Brescia, 15 giugno 2013 – Disturbo in continua crescita: solo in città e provincia colpisce 21mila bambini e ragazzi. Il Rettore, prof. Pecorelli: “Un progetto pilota in ‘real-life’ su scala nazionale, in collaborazione con gli USA: creiamo percorsi terapeutici personalizzati per combattere la patologia e promuovere la salute”
In Italia vivono oltre 3 milioni di asmatici, il 6% della popolazione. Ma la malattia predilige i pazienti più fragili: i giovani. Tra loro l’incidenza, infatti, è pari al doppio ed è in continua crescita: è arrivata ormai al 10%. Si tratta di oltre 900mila bambini e ragazzi in tutto il Paese, 21mila nella sola provincia di Brescia. “Sei su 10 faticano a seguire la terapia – spiega il prof. Sergio Pecorelli, Rettore dell’Università degli Studi di Brescia –. Di conseguenza, corrono un rischio decisamente maggiore di andare incontro a crisi respiratorie e di recarsi al pronto soccorso. Proprio per dare una mano a loro e alle famiglie, fin dal 2007 è operativo presso gli Spedali Civili il Centro “Io e l’Asma”, che propone un Percorso Diagnostico Terapeutico Educazionale (PDTE): insegniamo come riconoscere i sintomi della malattia e il corretto utilizzo dei farmaci, tramite schede informative, giochi e supporti multimediali (www.ioeasma.it). I risultati confermano che si sono praticamente azzerate le visite dal medico, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri”. Ma non solo: un altro traguardo fondamentale è la riduzione dell’utilizzo di medicinali giornalieri. Infatti, dall’avvio del percorso al terzo controllo, la percentuale di pazienti con asma controllata (con e senza terapia quotidiana) è aumentata dal 44 al 79%. Dato ribadito anche dopo 18 mesi di follow-up. Un bambino su 2, inoltre, non assumeva più alcun farmaco, senza effetti collaterali. “Ma, proprio perché non consideriamo ancora completo il percorso che serve realmente ai nostri assistiti e vogliamo occuparcene a 360 gradi, siamo partiti nel 2012 con l’esperienza internazionale ‘Promozione della Salute nel modello Io e l’Asma attraverso l’Expanded Chronic Care Model’ – aggiunge il dr. Sebastiano Guarnaccia, Responsabile del Laboratorio Clinico Pedagogico e Ricerca Biomedica/Centro ‘Io e l’Asma’ degli Spedali Civili di Brescia, durante il Convegno di presentazione al Rettorato –. È un modello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Significa prendere in carico bambini e ragazzi e inserirli nei percorsi diagnostico-terapeutici già consolidati, ma con l’innovazione di espanderli, personalizzarli e integrarli con percorsi di promozione della salute”. “Un progetto pilota in ‘real-life’ mai realizzato in Italia – conclude il prof. Pecorelli –, condotto insieme all’Azienda Ospedaliera cittadina, che sta riscontrando consensi scientifici unanimi anche oltre oceano. La prevalenza dell’asma è in crescita, non solo a causa dei consueti fattori di rischio: acari, pollini, inquinamento, ecc. Assistiamo anche al fenomeno dell’aumento del fumo attivo, dell’alimentazione scorretta e del conseguente sovrappeso, della sedentarietà. Fenomeni spesso non valutati dal mondo accademico, ma presenti. Non solo. Spesso i pazienti, a causa della malattia cronica, vengono presi in giro e di conseguenza si innescano situazioni di ansia e depressione che rendono difficoltosa la vita di relazione. All’interno dei nostri percorsi di promozione siamo in grado di valutare anche questi parametri, tramite questionari e colloqui motivazionali”.Il progetto “Io e l’Asma” sviluppato a Brescia risponde alle regole del Chronic Care Model (CCM), promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: un modello di assistenza ai malati cronici, che li include come parte integrante del processo di cura. Lo studio di ricerca in realizzazione nel centro lombardo vede la prestigiosa collaborazione del Department of Disease Prevention and Health Promotion del Windber Research Institute (WRI) della Pennsylvania, uno dei più importanti centri di ricerca al mondo. Gli Spedali Civili di Brescia e il WRI appartengono al network Health Promotion Hospital (HPH) dell’OMS, che riunisce circa 900 ospedali in 40 Paesi. Il convegno di presentazione dei risultati del progetto si è aperto con la commemorazione del dr. Cornelio Coppini, Direttore Generale dell’Ospedale Civile di Brescia, scomparso a febbraio 2013 all’età di 62 anni.
Autore Davide Antonioli