Il picco a 15-25 anni ma casi fino ai 50. La prof.sa Raskovic “Sotto accusa anche lo stress. Per controllarla utili pulizia, idratazione e pillole anti-androgeniche con drospirenone”
Torino, 7 ottobre 2008 – Chi ancora pensava che l’acne fosse uno spiacevole “effetto collaterale” dell’adolescenza dovrà ricredersi: il fenomeno è in aumento, in tutte le fasce d’età. Il problema riguarda oggi il 15% degli italiani dai 15 ai 50 anni, con un picco dai 18 ai 25. Negli ultimi trent’anni la percentuale di chi ne soffre è salita del 10%. Più colpiti i paesi mediterranei, riguarda in ugual misura uomini e donne, ma per quest’ultime c’è una soluzione in più: la pillola contraccettiva. Gli effetti terapeutici degli estroprogestinici sono uno dei temi approfonditi nel corso del Congresso della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), in corso a Torino. “Nel delicatissimo ecosistema femminile – commenta il prof. Giorgio Vittori, presidente della SIGO – è fondamentale riuscire a risolvere anche situazioni di disagio, come quelle causate dall’iperandrogenismo, che possono provocare nel tempo problemi ben più gravi sia sul fronte psicologico che, ad esempio, nella preservazione della fertilità”. Ottobre è il mese più critico per chi soffre di acne perchè in autunno si incrementa la produzione di sebo, aumenta lo stress legato al ritorno a scuola o al lavoro, cresce l’inquinamento e si pagano le conseguenze della troppa esposizione al sole nei mesi estivi. “È infatti ancora molto radicata la convinzione che la “tintarella” sia benefica – commenta la prof.sa Desanka Raskovic, Direttore della seconda divisione dermatologica dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma -. Nell’immediato il paziente avverte un miglioramento: la pelle è più “asciutta” e il colorito migliora. Ma poi in questa stagione arrivano le brutte sorprese. L’azione del sole determina infatti un ispessimento dell’epidermide, con un aumento della cheratina in superficie a formare una sorta di “tappo” che peggiora la situazione di chi soffre di acne. Per tenere sotto controllo il problema bisogna invece mantenere la pelle sempre ben pulita e idratata ed utilizzare pillole a base di drospirenone con effetto anti-androgenico”.L’acne rischia di essere sottovalutata e considerata un semplice “inconveniente” di tipo estetico: si tratta invece di un disturbo complesso, con notevoli riflessi psicologici, spesso la “spia” di un problema ormonale. Si chiama iperandrogenismo, una condizione che può avere cause diverse (di origine ovarica, surrenalica o mista) e presentarsi con manifestazioni a livello cutaneo (aumento della peluria, seborrea e, appunto, acne) ma anche con disturbi del ciclo e una possibile compromissione della capacità riproduttiva. “Purtroppo – commenta il prof. Stefano Lello, Responsabile dell’ambulatorio di Ginecologia Endocrinologia dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma – la consapevolezza delle cause nelle ragazze resta insufficiente: si nota un miglioramento nelle nuove generazioni ma sono ancora troppo diffusi i rimedi ‘fai da te’ e la banalizzazione del problema”. E continua ad essere radicata l’idea che la causa sia la ‘troppa cioccolata’. “Il trattamento principe per curare l’acne prevede l’utilizzo di estro-progestinici per via orale – aggiunge Lello – in grado di ridurre il livello di testosterone. In particolare vanno scelti progestinici con proprietà antiandrogeniche. Il più efficace è il drospirenone che ha dimostrato in recenti studi una superiorità sia nel normalizzare il quadro ormonale, sia nei tempi di azione: in media dopo soli 3 mesi di assunzione si riscontra un significativo miglioramento di tutti i parametri di benessere e qualità della pelle, riportandola alla normalità”. In particolare in persone predisposte all’acne, la scelta della pillola giusta è fondamentale. “Non bisogna infatti credere che tutte siano efficaci per migliorare l’estetica della pelle, anzi – spiega la Raskovic -. Se si sbaglia approccio la situazione può addirittura peggiorare. Un progestinico ad azione androgenizzante può scatenare l’acne in una persona a tendenza seborroica, in cui magari non si sarebbe mai manifestata. Ecco perché è importante che anche i ginecologi siano informati e sensibilizzati al problema, così da consigliare la donna nel migliore dei modi, ovviamente in sinergia con il dermatologo”. Una strategia che la SIGO condivide pienamente: “Sempre più spesso la tutela della salute femminile impone una presa in carico condivisa e una collaborazione multidisciplinare – conclude il prof. Lello – . Il ginecologo rappresenta una figura amica che accompagna la donna in tutto il suo percorso di vita dall’adolescenza alla menopausa”.