Presentato al Senato l’anno dedicato al grande ricercatore e scienziato
Roma, 14 dicembre – È stato il primo ricercatore italiano a ottenere, esattamente 100 anni fa, il premio Nobel per la medicina. L’unico ancora oggi ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento per studi condotti interamente in Italia. Camillo Golgi (1843-1926), brillante scienziato bresciano, ideatore della “reazione nera” che ha aperto gli studi sul sistema nervoso cerebrale, dell’apparato cellulare che porta il suo nome e della “legge” sulla malaria, verrà celebrato con numerose iniziative per tutto il 2006, ribattezzato “centenario golgiano”. L’Anno Golgiano sarà inaugurato ufficialmente oggi nella Sala dei Presidenti del Senato alla presenza, fra gli altri, del presidente Marcello Pera e del vice-premier Giulio Tremonti e del Presidente della Commissione Sanità del Senato, Antonio Tomassini.Le mostre, i convegni, i dibattiti previsti mirano a rilanciare non solo il nome e il ruolo dello scienziato ma anche ciò che simboleggia, la ricerca. “Il centenario golgiano – commenta Sergio Pecorelli, a nome della Fondazione Golgi che, con le università di Pavia e di Brescia, promuovono il progetto – vuole celebrare anche tutti gli uomini e le donne che decidono di seguire le sue orme nonostante le difficoltà attuali della ricerca nel nostro Paese, favorendo il ritorno dei cervelli italiani attualmente sparsi nei laboratori di mezzo mondo”.
Un convegno sulla ricerca privata e pubblica con la partecipazione di Enrico Garaci e del Nobel Rita Levi Montalcini, un convegno sulla editoria scientifica, un simposio, condotto dal prof. Giampiero Carosi, direttore della Cattedra di Malattie Infettive e Tropicali dell’Università di Brescia, sul ruolo di Camillo Golgi nella cura della malaria, un incontro internazionale sulla storia delle neuroscienze. E ancora, l’11° congresso internazionale di neurooncologia e il convegno “La tradizione scientifica italiana nel mondo: il caso Golgi” presso l’Ambasciata italiana a Washington. Sono alcuni degli appuntamenti previsti nel 2006 per celebrare il Centenario golgiano. “Negli ultimi anni – commenta il Rettore dell’Università di Pavia, il prof Angiolino Stella – stiamo assistendo infatti a un cambiamento di rotta nel campo della ricerca: l’Italia dei ricercatori vuole riconquistare un ruolo di primo piano, dedicando energie e risorse nella sperimentazione. Lo testimoniano i numerosi studi clinici condotti da ricercatori italiani e pubblicati su prestigiose riviste internazionali. Lo conferma la volontà di molti “emigrati della ricerca” di tornare in Italia a continuare gli studi”.
Il governo non si è tirato indietro: a dimostrarlo, fra l’altro, la decisione del Ministero della Salute di stanziare 21 milioni di euro alla sperimentazione, tutta italiana, dell’unico vaccino anti HIV che abbia superato la fase II di ricerca. Segni positivi che non possono far dimenticare che l’investimento italiano nella ricerca è ancora lontano dalla sufficienza: 1,1% contro il 2-2,4% della Francia e della Germania.
Si dovrebbero intraprendere iniziative strutturali che incentivino la crescita, quantitativa e qualitativa di un campo del sapere che racchiude in sé la chiave per il benessere della popolazione. “Non dimentichiamo che l’aspettativa di vita più elevata, la maggiore e crescente qualità di vita della popolazione generale sono imputabili proprio ai progressi della scienza e della medicina in tutte le sue branche. È importante non dare queste acquisizioni per scontate ma promuovere la crescita del settore investendo di più”.
La presentazione dell’anno golgiano avviene al Senato non per caso: Camillo Golgi infatti, oltre alla scienza, dedicò molte energie anche alla politica. Di idee liberali e patriottico-risorgimentali in gioventù, divenne con la maturità sempre più conservatore. Acquisì cariche di responsabilità, preside di facoltà, rettore, membro del Consiglio Superiore di sanità e del Consiglio Superiore dell’Istruzione pubblica. Il suo impegno venne riconosciuto dallo Stato, che lo nominò senatore del Regno.