Comitato scientifico editoriale: Giuseppe Aprile, Paolo Carlini, Massimo Di Maio, Domenica Lorusso, Silvia Novello, Giuseppe Procopio, Daniele Santini Editore: Intermedia – Direttore Responsabile: Mauro Boldrini
Oggi in Oncologia
Olanzapine for the Prevention of Chemotherapy-Induced Nausea and Vomiting
We examined the efficacy of olanzapine for the prevention of nausea and vomiting in patients receiving highly emetogenic chemotherapy. In a randomized, double-blind, phase 3 trial, we compared olanzapine with placebo, in combination with dexamethasone, aprepitant or fosaprepitant, and a 5-hydroxytryptamine type 3-receptor antagonist, in patients with no previous chemotherapy who were receiving cisplatin (≥70 mg per square meter of body-surface area) or cyclophosphamide-doxorubicin. The doses of the three concomitant drugs administered before and after chemotherapy were … (leggi tutto)
Negli scorsi decenni, la profilassi dell’emesi indotta da chemioterapia è molto migliorata e oggi tutte le linee guida internazionali e nazionali raccomandano la “triplice” combinazione (desametasone, 5HT3 antagonista e NK1 antagonista) come profilassi standard nel caso dei farmaci ad elevato potenziale emetogeno, come il cisplatino o la combinazione di doxorubicina e ciclofosfamide. È considerazione comune, però, che il controllo della nausea sia meno efficace rispetto all’indiscutibile progresso nella profilassi del vomito: questo rappresenta un problema clinico, considerando il rilevante impatto della nausea sulla qualità di vita dei pazienti oncologici. In questo contesto, si inseriscono i risultati dello studio randomizzato pubblicato sul New England Journal of Medicine: lo studio valutava l’efficacia dell’olanzapina rispetto al placebo, in aggiunta alla “triplice” combinazione, e l’endpoint primario, a differenza della maggior parte degli studi condotti sulla profilassi antiemetica, era il controllo della nausea. I risultati sono stati molto migliori nei pazienti assegnati al braccio sperimentale, con percentuali di protezione dalla nausea molto più elevate rispetto al braccio di controllo, sia nelle prime 24 ore sia nei giorni successivi. Da sottolineare che anche la risposta completa, classico endpoint di molti studi e che in questo caso era endpoint secondario, è risultata migliore con l’olanzapina rispetto al placebo. Aspettando la valutazione dello studio per l’eventuale aggiornamento delle linee guida, il risultato è sicuramente un passo avanti rilevante nel controllo dell’emesi indotta da chemioterapia.
Mutations Associated with Acquired Resistance to PD-1 Blockade in Melanoma
Approximately 75% of objective responses to anti–programmed death 1 (PD-1) therapy in patients with melanoma are durable, lasting for years, but delayed relapses have been noted long after initial objective tumor regression despite continuous therapy. Mechanisms of immune escape in this context are unknown. We analyzed biopsy samples from paired baseline and relapsing lesions in four patients with metastatic melanoma who had had an initial objective tumor regression in response to anti–PD-1 therapy (pembrolizumab) followed by disease progression months to years … (leggi tutto)
Questa analisi, condotta su 4 pazienti, merita la vetrina del New England Journal of Medicine in quanto prova ad analizzare i meccanismi di resistenza ai farmaci anti-PD1. In particolare, i 4 pazienti sono stati selezionati in quanto: (i) trattati con pembrolizumab agente singolo per melanoma avanzato, (ii) in progressione dopo una risposta durata almeno 6 mesi e (iii) con tessuto disponibile per eseguire un confronto del profilo molecolare prima e dopo la somministrazione dell’immunoterapia. I risultati sono molto interessanti: in 2 casi su 4, è stata documentata, al momento della resistenza acquisita, una mutazione associata alla perdita di funzione dei geni codificanti le chinasi JAK1 o JAK2: tali mutazioni, associate alla delezione dell’allele ‘wild-type’, determinano resistenza all’attività dell’interferone gamma, che non può quindi esercitare effetti antiproliferativi a livello delle cellule tumorali. In un terzo paziente è stata documentata, al momento della resistenza acquisita, una mutazione nel gene B2M, che codifica per la proteina beta2microglobulina, associata alla presentazione dell’antigene: tale mutazione determina la perdita di espressione del complesso maggiore di istocompatibilità di classe I. I risultati pubblicati sul NEJM sono ovviamente del tutto preliminari, ma rappresentano un importantissimo passo nel tentativo di comprendere i meccanismi di sensibilità e resistenza ai farmaci immunoterapici di nuova generazione. È importante che, parallelamente alle dimostrazioni di efficacia di tali farmaci e all’aumento delle indicazioni cliniche, ci siano concreti progressi nell’ottimizzazione del loro uso.
Multicenter Phase II Study of Whole-Body and Intracranial Activity With Ceritinib in Patients With ALK-Rearranged Non–Small-Cell Lung Cancer Previously Treated With Chemotherapy and Crizotinib: Results From ASCEND-2
Phase I data (ASCEND-1) showed ceritinib efficacy in patients with ALK-rearranged non–small-cell lung cancer (NSCLC), regardless of brain metastases status and with or without prior therapy with an inhibitor of the ALK protein. Data are presented from a phase II trial (ASCEND-2) in which ceritinib efficacy and safety were evaluated in patients who had ALK-rearranged NSCLC previously treated with at least one platinum-based chemotherapy and who had experienced progression during crizotinib treatment as their last prior therapy. Patients with advanced ALK-rearranged NSCLC, … (leggi tutto)
I pazienti affetti da carcinoma polmonare non-a piccole cellule con riarrangiamento di ALK sono all’incirca il 4%, prevalentemente (ma non solo) non fumatori, prevalentemente (ma non solo) pazienti giovani. Purtroppo in Italia le opzioni terapeutiche restano ad oggi limitate e con il grossissimo ostacolo di non poter somministrare l’inibitore di I generazione come trattamento di prima linea. Ceritinib (così come alectinib) ha già ottenuto approvazione da parte di FDA. Vengono qui riportati i risultati dello studio ASCEND-1 in pazienti con riarrangiamento di ALK senza restrizioni in termini di linea terapeutica (ossia naïve da crizotinib o meno) e senza restrizioni in merito alle localizzazioni cerebrali. La durata media di trattamento è pari a 8,8 mesi con una durata di risposta di 9,7 mesi e una risposta a livello cerebrale pari a 45%. Il farmaco è gravato da una tossicità gastrointestinale di grado moderato, che indubbiamente va gestita in modo adeguato per un paziente che può ricevere trattamento anche per un anno. Confidando di avere presto anche in Italia più farmaci per la gestione di questi pazienti, aggiungiamo questo trial al contesto della terapia personalizzata nel NSCLC.
Determinants of Patient-Oncologist Prognostic Discordance in Advanced Cancer
Patients with advanced cancer often report expectations for survival that differ from their oncologists’ expectations. Whether patients know that their survival expectations differ from those of their oncologists remains unknown. This distinction is important because knowingly expressing differences of opinion is important for shared decision making, whereas patients not knowing that their understanding differs from that of their treating physician is a potential marker of inadequate communication. To describe the prevalence, distribution, and proportion of prognostic discordance that is due to … (leggi tutto)
È ormai assodato come una scarsa (o inefficace comunicazione) abbia un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti e sulla gestione della malattia. In questo studio di Gramling e coll una malcomprensione in merito alle aspettative di vita viene descritta come comune fra i pazienti con patologia oncologica in stadio avanzato. Così come per la rilevazione degli effetti collaterali, anche in questo caso viene evidenziata una differente percezione medico-paziente. La convinzione di avere una maggiore aspettativa di vita può portare il paziente a prendere (e voler prendere) decisioni aggressive rispetto all’approccio terapeutico, andando inutilmente ad alterare la qualità di vita e i rapporti con i familiari. Diventa pertanto fondamentale che l’informazione sia univoca e condivisa. La survey viene condotta su più di 200 casi (e 38 oncologi) e il 68% ha una percezione della propria aspettativa di vita differente rispetto al medico di riferimento e di questo 68% solo 1 su 10 realizza di avere una diversa opinione. La discordanza vede solitamente una visione più ottimistica del dovuto da parte del paziente.
Phase III Study of Cabozantinib in Previously Treated Metastatic Castration-Resistant Prostate Cancer: COMET-1
Cabozantinib is an inhibitor of kinases, including MET and vascular endothelial growth factor receptors, and has shown activity in men with previously treated metastatic castration-resistant prostate cancer (mCRPC). This blinded phase III trial compared cabozantinib with prednisone in patients with mCRPC. Men with progressive mCRPC after docetaxel and abiraterone and/or enzalutamide were randomly assigned at a two-to-one ratio to cabozantinib 60 mg once per day or prednisone 5 mg twice per day. The primary end point was overall survival (OS). Bone scan response … (leggi tutto)
ll COMET-1 è uno studio di fase III in doppio cieco, condotto in pazienti con carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione, pretrattati con ormono- e chemioterapia, randomizzati a ricevere cabozantinib o prednisone. Lo studio ha fallito il suo endpoint primario in quanto cabozantinib non si è dimostrato statisticamente superiore in termini di sopravvivenza globale (OS), mentre ha raggiunto i suoi obiettivi secondari evidenziando un incremento della sopravvivenza libera da progressione della malattia (PFS), un prolungamento del tempo alla comparsa del primo evento scheletrico sintomatico (SSE) e una riduzione delle cellule tumorali circolanti e dei livelli di fosfatasi alcalina; non ha mostrato alcun effetto sulla risposta biochimica e il tempo alla progressione del PSA. Dal punto di vista della tossicità, cabozantinib ha evidenziato maggiori effetti collaterali, soprattutto embolia polmonare, sintomi gastrointestinali, astenia, mucosite e disidratazione con un maggior tasso di interruzione del trattamento. Non è chiaro il motivo per il quale il beneficio in termini di PFS e SSE non si sia tradotto in un prolungamento dell’OS: probabilmente si trattava di un obiettivo troppo ambizioso e forse i pazienti erano troppo pretrattati per poter beneficiare di tale trattamento. Ad oggi, cabozantinib è stato approvato da FDA nel carcinoma renale avanzato.
Linee guida dall’ASCO
ASCO and SGO Issue New Guideline on Ovarian Cancer Treatment
ASCO and the Society of Gynecologic Oncology (SGO) today issued a joint clinical practice guideline on ovarian cancer treatment. The guideline provides evidence-based recommendations on whether to use neoadjuvant chemotherapy or surgery as the initial treatment for women with stage IIIC and IV epithelial ovarian cancers, which account for 70% to 80% of all ovarian cancers. “This guideline is a big step forward in one of the most contentious areas within gynecologic oncology,” said Alexi A. Wright, MD, MPH, Co-Chair and ASCO’s representative on the Expert Panel that developed the … (leggi tutto)
ASCO and SGO Release Clinical Practice Guideline on Neoadjuvant Therapy for Newly Diagnosed Advanced Ovarian Cancer
As reported by Alexi A. Wright, MD, MPH, of Dana-Farber Cancer Institute, and colleagues in the Journal of Clinical Oncology, ASCO and the Society of Gynecologic Oncology (SGO) have released a clinical practice guideline on neoadjuvant therapy for patients with newly diagnosed stage IIIC or IV epithelial ovarian cancer. The recommendations are based on expert panel systematic review of the literature, with four phase III trials providing the primary evidence base for the recommendations. The panel was co-chaired by Dr. Wright and Mitchell I. Edelson, MD, of Hanjani Institute for … (leggi tutto)
Endocrine Therapy for Hormone Receptor–Positive Metastatic Breast Cancer: American Society of Clinical Oncology Guideline
To develop recommendations about endocrine therapy for women with hormone receptor (HR) –positive metastatic breast cancer (MBC). The American Society of Clinical Oncology convened an Expert Panel to conduct a systematic review of evidence from 2008 through 2015 to create recommendations informed by that evidence. Outcomes of interest included sequencing of hormonal agents, hormonal agents compared with chemotherapy, targeted biologic therapy, and treatment of premenopausal women. This guideline puts forth recommendations for endocrine therapy as treatment for … (leggi tutto)
In Europa
Opinione favorevole del CHMP per crizotinib nel NSCLC positivo a ROS1
The Committee for Medicinal Products for Human Use (CHMP) has adopted a positive option for crizotinib as a treatment for adults with ROS1-positive advanced non–small cell lung cancer (NSCLC), suggesting an approval may be imminent. The positive opinion was based on findings from a phase I study, which included 50 patients with the rare alteration. In findings from the single-arm study that were published in The New England Journal of Medicine, crizotinib showed an overall response rate (ORR) of 66% with a median duration of response of 18.3 months by independent review. The positive … (leggi tutto)
La Commissione Europea approva pembrolizumab per il trattamento del NSCLC positivo a PD-L1
The European Commission (EC) has approved pembrolizumab (Keytruda) as a treatment for patients with locally advanced or metastatic PD-L1–positive non–small cell lung cancer (NSCLC) following at least 1 chemotherapy regimen, according to Merck, the manufacturer of the PD-1 inhibitor. The approval stipulates that patients whose tumors are EGFR or ALK positive should first receive an EFGR or ALK inhibitor, respectively, prior to treatment with pembrolizumab. The approved dose for the anti–PD-1 agent is 2 mg/kg every 3 weeks. The EC’s decision, which was primarily based on … (leggi tutto)
Pillole dall’Aifa
26 agosto 2016 – Un miglior controllo dei farmaci biologici. Nuovo capitolo nelle linee guida sulle buone pratiche di farmacovigilanza
29 luglio 2016 – EMA raccomanda nuova terapia cellulare per supportare trapianto di cellule staminali in pazienti affetti da cancro del sangue ad alto rischio
Urbino, 20 – 23 settembre 2016 I Soci AIOM potranno usufruire della stessa quota d’iscrizione ridotta dei Soci GIC. Per maggiori informazioni http://gic.casaccia.enea.it
DALLA CAPECITABINA AL TAS 102 Cosa cambia nelle fluoropirimidine orali nel trattamento del carcinoma del colon-retto metastatico
Milano, 29 settembre 2016 Ai primi 15 oncologi che invieranno la scheda di adesione ad Anna Delia di AIOM Servizi (fax 02/59610555 – e-mail: anna.delia@aiomservizi.it) saranno offerti iscrizione, viaggio ed eventuale soggiorno. Vi preghiamo di verificare se rientrate nei primi 15 iscritti telefonando alla Segreteria Organizzativa al numero 02.26683129
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